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Quel filo spezzato fra Israele e Colombia

Nel corso degli ultimi giorni il presidente della Colombia Gustavo Petro ha ribadito più volte la sua posizione a favore di un cessate il fuoco immediato a Gaza. Petro, in carica dal 2022, ha invocato il rispetto delle risoluzioni Onu e la necessità di una soluzione a “due Stati”.

Tramite la piattaforma X (erede di Twitter), il presidente colombiano ha inoltre dichiarato che Israele, come Hamas, si alimenta del sangue della guerra, e che a causa della portata genocida delle sue politiche internazionali «Gaza appare oggi distrutta come il Ghetto di Varsavia dopo che, in risposta all’insurrezione ebrea e socialista, quel campo di concentramento fu distrutto dalla barbarie nazista». 

Le posizioni di Petro non sono state digerite dal Governo israeliano. L’ambasciatore di Israele in Colombia Gali Dagan ha accusato il presidente colombiano, primo governatore di sinistra della storia del Paese, di fomentare antisemitismo e ostilità nei confronti del popolo israeliano. 

Le controversie sulle reti social sono sfociate, il 15 ottobre, in una crisi diplomatica: il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha dichiarato la sospensione con effetto immediato di tutte le esportazioni di armi e materiali di sicurezza israeliani in Colombia. 

La risposta di Petro, non nuovo ad aprire brecce di tensione internazionale tramite la piattaforma X, non si è fatta attendere. Il presidente colombiano ha dichiarato: «Se bisogna sospendere le relazioni diplomatiche con Israele le sospenderemo. Non appoggiamo genocidi».

Inoltre, ha ricordato come diversi generali dell’esercito israeliano siano stati responsabili della formazione di alcune delle milizie paramilitari più efferate del conflitto interno colombiano in corso da quasi sessant’anni, ribadendo come la politica militare internazionale israeliana non possa essere presa a modello per costruire una pace.

Nello specifico, Petro si è riferito a due figure che raccontano i complessi intrecci storici tra Colombia e Israele, e le inquietanti influenze del Mossad in Sud America: il colonnello Yair Klein e il generale Rafael Eitan. 

Per capire il peso dei due militari israeliani nella storia colombiana bisogna fare un passo indietro: dalla Seconda Guerra Mondiale agli anni Ottanta, la Colombia si è storicamente schierata nei consessi internazionali a favore delle rivendicazioni palestinesi.

A partire dagli anni Novanta, tuttavia, le relazioni tra Colombia e Israele si sono consolidate, nella prospettiva di un’alleanza economico-militare di matrice “atlantista” contro i gruppi armati dissidenti delle rispettive regioni.

In un intervento triangolato dagli Stati Uniti con l’impulso del cosiddetto “Plan Colombia”, Israele è divenuto uno dei principali fornitori di armi dell’esercito colombiano nella sua lotta alle guerriglie delle Farc, dell’Eln e dell’Epl.

Contestualmente, alcuni dei maggiori comandanti dell’esercito israeliano si sono occupati dell’addestramento di gruppi paramilitari formati per portare avanti la guerra sporca contro i gruppi guerriglieri comunisti, parallela a quella dell’esercito nazionale. È il caso di Rafael Eitan, comandante delle forze armate israeliane dal 1978 al 1982, poi agente del Mossad e politico conservatore sionista, a favore della “soluzione finale” per i palestinesi. 

In Colombia Eitan arrivò nel 1987 come consigliere del presidente Barco, a cui propose, secondo diverse fonti e reportage giornalistici, un’altra soluzione finale: lo sterminio dei membri del partito Unión Patriótica. 

Unión Patriótica era una formazione politica composta da ex guerriglieri che nel 1984 avevano riconsegnato le armi, nell’ambito di uno dei primi processi di pace della storia recente colombiana.

Il progetto di pace naufragò proprio sotto il Governo Barco, durante il quale la repressione violenta del progetto Unión Patriótica portò all’uccisione di 1.163 membri del partito e alla desaparición di altri 123, in una persecuzione politica senza precedenti e con poche possibilità di comparazione a livello internazionali. 

Lo sterminio dell’Unión Patriótica è un tema storico particolarmente sensibile per il presidente Petro, che proprio in quegli anni si accingeva ad abbandonare il gruppo armato insorgente dell’M-19 per avviare la propria carriera politica. 

Tale evento diede inizio a una delle più violente stagioni della storia contemporanea colombiana: quella del paramilitarismo e dei gruppi di Autodifesa, formati da alcuni dei più importanti militari dell’esercito di Israele. È il caso di Yair Klein, tenente colonnello israeliano, poi fondatore della compagnia di mercenari Spearhead, incaricata di formare milizie paramilitari in Africa e America Latina.

Klein giunse in Colombia negli anni Ottanta per preparare militarmente diversi gruppi armati di contro-insorgenza con l’obiettivo di distruggere le guerriglie delle Farc. Il risultato fu il disastroso consolidamento dei gruppi di Autodifesa (Auc), che si resero responsabili di efferati massacri di contadini e dello sterminio di migliaia di “falsi positivi”: contadini uccisi e poi vestiti da guerriglieri, vittime di quello che Petro ha recentemente definito «l’Auschwitz colombiano». 

Ma non è tutto: secondo un reportage della Bbc, la compagnia di Klein negli stessi anni preparò militarmente l’esercito del Cartello di Medellin, la più importante struttura mafiosa del traffico della cocaina a livello mondiale: gli uomini di Pablo Escobar e Gacha appresero dalle milizie israeliane di Klein diverse strategie militari, tra cui le forme di produzione e attivazione di bombe a controllo remoto. 

Nel 2001 la Corte di Giustizia colombiana ha emesso un mandato di cattura per Klein, condannato a 10 anni di prigione per «formazione e allenamento in tattiche, tecniche e procedimenti militari terroristi», con l’aggravante dell’associazione a delinquere. Arrestato a Mosca nel 2007, Klein è però potuto tornare in Israele. Da quel momento, ogni richiesta di estradizione in Colombia è stata negata dal governo israeliano. 

Klein ha recentemente iniziato a collaborare a distanza con la giustizia colombiana, dichiarando che tra i finanziatori delle sue milizie c’era Álvaro Uribe, presidente della Colombia dal 2002 al 2010. Nelle opache traiettorie della storia politica colombiana contemporanea, le molteplici ingerenze internazionali hanno favorito una radicalizzazione della violenza e del fenomeno del paramilitarismo, del cui efferato consolidamento figure come i militari israeliani Yair Klein e Rafael Eitan sono stati, certamente, corresponsabili.

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